A.D.A.
La lampada A.D.A., ideata dal grande maestro Umberto Riva, nasce, come spesso accade, da altre forme, ma nel corso della progettazione e dell’ingegnerizzazione si è via via trasformata, e per certi aspetti semplificata, fino ad assumere la forma finale che richiama l’archetipo di una lampada da tavolo. La forma è semplice, composta da due elementi troncoconici e di un piatto che li unisce, mentre la sua forza è data dal materiale: la vetroresina, che colorata in pasta e illuminata dall’interno verso l’esterno rimane traslucida e lascia intravedere le fibre di cui è composta, dando così consistenza alla luce. Il nome A.D.A. crea un parallelismo tra la forma dell’oggetto e la fonologia del termine: Ada è il nome femminile simmetrico più corto, composto di due “A”, così come la lampada si compone di due strutture geometriche coniche che richiamano la stessa lettera.
Cod. OADA48
Ø 48 H 51 cm
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Umberto Riva
Maestro della luce, Umberto Riva è nato a Milano nel 1928 e dal 1960 si occupa di progettazione. Allievo di Carlo Scarpa, Riva ha sviluppato una sua personale ricerca, percorrendo i più diversi ambiti disciplinari: dagli spazi urbani agli edifici, dal paesaggio agli interni, dall’allestimento al design di lampade e mobili. Tra le sue realizzazioni più importanti si segnalano casa Frea a Milano, considerato uno dei suoi capolavori, la sistemazione di piazza San Nazaro a Milano, il restauro dello storico Caffè Pedrocchi di Padova, il progetto per la sistemazione del viale del Ministero degli Esteri e di Piazza della Farnesina a Roma, la Biblioteca Europea di Porta Vittoria a Milano, le centrali termoelettriche di Catanzaro e Campobasso e una lunga serie di case, da Milano alla Sardegna e alla Puglia, oltre a vari progetti di lampade e arredi per i più importanti nomi del design italiano. Tra i lavori più recenti ci sono la chiesa di San Corbiniano a Roma, l’allestimento della mostra L’Italia di Le Corbusier al MAXXI di Roma e la mostra personale al Canadian Centre for Architecture di Montreal, in Canada. Considerato un architetto fuori dal comune, Riva ha conservato una dimensione artigianale del fare architettura e del fare design. I suoi progetti nascono “disegnati”, schizzi a matita di una ricerca pura e poetica.