Reimagining Dining
La casa è quello spazio che risponde a parametri funzionali generali che poi diventa luogo dell’abitante: trasformandolo in un ambiente codificato su caratteristiche personali, e sottraendolo all’anonimato di un semplice layout in pianta.
Fotografia: Andrea Ferrari, ICTM
Tag: Storie, Ispirazioni
Tacchini affronta oggi l’ambiente del dining: partendo immediatamente dallo spirito di convivialità, come concetto che anima tutto il progetto, lasciandone una profonda traccia. Non solo, si svolge lungo tutta la casa un fil rouge che narra di una storia dell’abitare che trattiene tutta la filosofia Tacchini: riconoscendo oggetti e design, diversi per contenuto e forma, ma coinvolti in una sorta di costante rispondenza. Quindi, il dining come naturale svolgimento della zona living: naturalmente per lo scorrere del tempo dell’abitare, ma anche per modalità e scenografia.
T-Table (2023), Tobia Scarpa.
Dall’assoluta sobrietà dei progetti del passato alle specifiche esigenze del mondo contemporaneo nasce un tavolo da pranzo essenziale ed elegante, disponibile in diverse misure e finiture, che trova posto accanto a qualsiasi seduta.
In tal senso, la forma organica del tavolo Orpheus empatizza immediatamente con lo spazio e con i suoi visitatori: rivelando la forma del design negli occhi di chi lo guarda, e la matericità delle superfici nella trama delle stesse.
Orpheus (2023), Lorenzo Bini.
Una forma indefinita, un gesto, un solo materiale. Per questo inedito tavolo da pranzo Lorenzo Bini si ispira dell’opera di Cy Twombly e la trasforma in un pezzo di design contemporaneo.
Così come le consolle, sempre di Lorenzo Bini: che ridisegnano gli angoli di una stanza, o la linearità di una parete, senza soluzione di continuità, quasi integrandosi geometricamente.
Tre gambe, realizzate attraverso la giustapposizione di quattro listelli leggermente sfalsati dello stesso marmo, sostengono i piani e un grande omaggio all’arte di questi artisti.
Il tema della sedia diventa occasione per raccontare e reinterpretare la storia, andando a cercare nelle ultime decadi del novecento, momenti di istantanea iconicità di Tobia Scarpa: come le sedie Dialogo e Sempronia, che ci insegnano come la definizione di “classico” si accompagni a uno status di perenne “contemporaneità”. Oppure, in un dialogo tra presente e passato, segno formale e competenza tecnica diventano i canoni estetici nell’attuale interpretazione del concetto di tavolo: il T-Table, ancora di Tobia Scarpa.
Dialogo (1973/2023), Tobia Scarpa.
Sempronia (1987/2023), Tobia Scarpa. Sempronia arricchisce le riedizioni Tacchini con la sua presenza determinata e versatile, in grado di adattarsi a ogni tavolo e situazione, oggi come ieri.