Sella Armchair
Sella è ispirato all’omonima poltrona disegnata nel 1966 dal celebre architetto italiano Carlo De Carli. Il divano si presenta come un arredo di grande eleganza, realizzato con materiali di assoluto pregio: legno di noce a vista, dettagli in elegante metallo cromato finitura nera lucido e cinghie di supporto dello schienale in raffinato cuoio. Le cuscinature sono in piuma e i rivestimenti possono essere in pelle, tessuto o velluto. La sua linea morbida e generosa è estremamente raffinata ed è progettata per regalare un comfort straordinario, dedicato a un tempo lento, che riconcilia con se stessi e con gli altri, nella dimensione di uno spazio di relazione più intimo e privato.
OSEL102
L 102 P 97 H 83 cm
H seat 42 cm
Noce canaletto 36%
Piuma 31%
Rivestimento 21%
Cuoio 5%
Cinghie elastiche 4%
Metallo 3%
Carlo De Carli
Nato a Milano, Carlo De Carli (1910-1999) si laurea nel 1934 in Architettura presso il Politecnico di Milano, lavora per un anno nello studio di Gio Ponti, cui nel 1962 succede nella cattedra di Architettura degli Interni, Arredamento e Decorazione. Curatore della X e XI Triennale di Milano è Preside della Facoltà di Architettura nel 1965-1968. Dal 1967 al 1971 dirige la rivista ‘Interni’. Progetto, ricerca, didattica e promozione sono gli ambiti di azione del suo lavoro svolto in una sostanziale unità di pensiero attento alla persona e all’ambito sociale e produttivo in cui opera. Per De Carli non esiste un diverso atteggiamento fra il progetto di una casa o di una sedia: “Ho l’amore per qualsiasi forma di architettura purché sia studiata, sperimentata, e sia essenziale (…) anche i mobili… ne ho disegnati molti… cercano solo la misura: non cercano alcun effetto… soprattutto la misura che trova relazione con lo spazio della casa, con il senso dell’albero” (Creatività, 1973). Il primo importante edificio è del 1949, la Casa per uffici e abitazioni in via dei Giardini a Milano, nel cui seminterrato pochi anni dopo realizza il Teatro Sant’Erasmo. Negli anni ’50 e ’60 sono costruite alcune delle sue opere principali, come il complesso scolastico e religioso dell’Opera Don Calabria a Cimiano (Milano), l’Ospedale di Negrar a Verona e le chiese di Sant’Ildefonso e di San Gerolamo Emiliani a Milano. Parallelamente, progetta numerosi elementi d’arredo che entrano in produzione con Cassina (la Sedia Mod. 683 vince nel 1954 il primo Compasso d’Oro), con Tecno (la Poltroncina Balestra è Gran Premio della XI Triennale) e poi con Sormani, Longhi, Cinova e altre aziende artigiane. Con il giornale “il mobile italiano” (1957-1960) promuove il rinnovo dei centri produttivi tradizionali del mobile e l’incontro fra la cultura internazionale del design, i giovani architetti e gli artigiani locali.